Il giro è una di quelle cose che nel Tango non si finisce mai di studiare e praticare, per raggiungere un movimento che sia al tempo stesso fluido ed energico.
Il giro possiamo dividerlo idealmente in due parti, la prima parte “liscia” è quella formata dal passo indietro (portato intorno all’uomo), dal passo laterale (frontale all’uomo) e dal passo avanti (portato intorno all’uomo), che formano un quadrato senza la parte superiore, con angoli retti.
Sono proprio questi angoli retti la grande difficoltà di questa prima parte, perché devono essere portati intenzionalmente e non fatti trascinare dal movimento.
La legatura ritmica di questa prima è su tutti e tre i passi, che devono formare una parte unica ed energica, andando a cercare sul passo laterale un tempo intero o un mezzo tempo, a seconda dell’effetto ricercato dalla guida dell’uomo.
La seconda parte è in realtà composta da due passi a sé stanti, che però per comodità uniamo tra loro in un’unica parte.
- Il primo è di nuovo il passo avanti, che così diventa elemento forte, la sua legatura è con il pivot successivo, che in realtà è un mezzo pivot in quanto il passo era già leggermente portato intorno all’uomo, e la rotazione da questa posizione non è così così ampia.
- Il secondo è il passo laterale davanti all’uomo, passo fondamentale per la frontalità e l’eventuale ripresa della linea di ballo, anche qui la sua legatura è con il pivot successivo, detto anche grande pivot, che è un pivot molto grande e marcato perchè deve portare la posizione da quella frontale a quella indietro, in massima dissociazione, pronta per il passo indietro che diventerà così il motore dei tre passi successivi.
E’ fondamentale, per un buon giro, fare attenzione alla legatura passo-pivot e non pivot-passo, perché quest’ultima farebbe perdere frontalità e stabilità.
L’ultima raccomandazione è sui passi laterali, che devono essere frontali all’uomo con piedi, bacino e spalle, altrimenti diventano passi in avanti.